Amici miei -
Trama: Perozzi, Melandri, Mascetti, Necchi e Sassaroli: cinque amici con la mentalità di altri tempi. Ormai cinquantenni, ma rimasti ragazzi, sono pronti a improvvisare situazioni burlesche a Firenze e nei dintorni. All'inizio erano quattro e il Sassaroli, primario di una clinica, li conobbe quando - ricoverati per un incidente - misero a soqquadro l'ospedale. Cominciò a trattare con loro quando il Melandri si innamorò di Donatella, moglie del clinico, fraternizzò con tutti dopo che lo stesso Melandri dovette cedere davanti all'irruenza della Donatella, del cane Birillo e del resto della famiglia appioppatogli. Eccoli, i cinque ragazzi, schiaffeggiare dalla pensilina i viaggiatori di un treno, oppure seminare il panico in un paesino camuffandosi da tecnici stradali e decretando l'abbattimento delle case nonché della chiesa per far spazio a un'autostrada, eccoli trasformarsi in spacciatori di droga per punire l'ingordo pensionato Righi. Quando il Perozzi muore, la loro goliardia viene messa a dura prova, ma nel corso del funerale trovano il modo di improvvisare un ennesimo feroce scherzo per il Righi....
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Amici miei - Atto II -
Trama: Il conte Mascetti, nobile decaduto, il geometra Melandri, impiegato al Comune, il chirurgo Sassaroli, illustre primario, l'oste Necchi, proprietario di un bar/trattoria, si ritrovano davanti alla tomba del giornalista Perozzi, il "quinto uomo" di quella brigata allegra e burlona, le cui gesta ci erano state descritte in "Amici miei" e al termine delle quali il Perozzi stesso era beatamente passato nel regno dei più. Sono trascorsi sette anni, ma i reduci, pur più vicini ai 60 che ai 50, non hanno troppa voglia di perdere tempo in commemorazioni: il prendersi beffe di un povero diavolo che su una tomba vicina piange la scomparsa della giovane moglie serve ad introdurre il clima giusto e a preparare il lungo flash-back che permette al cronista Perozzi di riunirsi agli altri e di ripresentare così per intero al pubblico il gruppo che a suo tempro aveva incontrato un favore quasi unanime. Tra avventure passate (al cui centro si colloca l'evento dell'alluvione di Firenze nel 1966) e altre presenti, il gioco continua e per oltre 2 ore va avanti senza pause: ci sono scherzi individuali che i burloni fanno subire alle consorti, scherzi architettati con sottile strategia comune (la canzonaccia al concorso per coristi, la torre di Pisa da far reggere ai turisti, la contorsionista chiusa in una valigia, le foto oscene scattate con le macchine dei visitatori stranieri, la presa in giro dell'usuraio), scherzi che i cinque si scambiano fra di loro (ai danni del Melandri infatuatosi della sorella di un prete, del Mascetti che si ritrova la figlia ingravidata da ignoti, del Necchi che si scopre tradito dalla moglie...). Insomma la girandola continua, finché una trombosi non colpisce all'improvviso Mascetti e ai tre rimasti tocca ingegnarsi per consolare l'invalido. Che non se lo fa ripetere due volte e anche da infermo continua il suo ruolo di impunito sbeffeggiatore.
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Amici miei - Atto III -
Trama: Quattro amici, Melandri, Sassaroli, Necchi e Mascetti, mattacchioni in gioventù, ma ora attempati e acciaccati, con un ritorno di spregiudicata e anacronistica goliardia ritentano le bravate del passato. Lo scherzo più cattivo viene fatto al quarto, il conte Mascetti, vedovo e ridotto sulla sedia a rotelle da una trombosi, che i tre sistemano in una fastosa "Villa Serena", casa di riposo per vecchi danarosi. Più avanti, essi stessi non resistono e finiranno di propria iniziativa alla Villa, ma per continuarvi i loro scherzi rivoltanti e le loro volgari bravate, e per organizzare una gita finale al polo Nord (al fine di eternarvi - surgelata - la loro incontinente senilità?). Ma gli anni sono passati e a volte ci rimettono, nel perpetuo scherzo fatto per allontanare l'idea della morte.
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