Porte aperte -
Trama: A Palermo nel 1936, con assoluta freddezza, Tommaso Scalia uccide tre volte: prima elimina con una coltellata l'ex superiore Avvocato Spatafora, che lo aveva licenziato; poi il collega che ha preso il suo posto di impiegato presso una organizzazione sindacale fascista e infine la moglie dopo averla violentata in una strada fra gli ulivi. Il destino di Scalia appare segnato poichè, secondo il codice penale dell'epoca, per delitti del genere è prevista la pena di morte con fucilazione alla schiena. Ma Vito Di Francesco, un giudice "a latere", che detesta l'idea stessa della pena di morte e che la considera una prova manifesta di inciviltà giuridica ed umana, pur di fronte all'assassinio più orrendo, scava così nella vita dell'imputato, pone precise domande ai testimoni e indaga per conto suo, allo scopo di trovare, per sete di giustizia, spiragli di attenuanti, che infatti trova. Durante il processo, il giudice paziente e scrupoloso non solo incontra le pressioni del procuratore e dello stesso presidente del tribunale, per i quali si deve rispettare quella legge che il regime fascista ha voluto onde eliminare i delinquenti e assicurare ai cittadini la possibilità di "dormire con le porte aperte", ma perfino l'ostilità dello stesso imputato, il quale, coerentemente ai propri principi di violenza, vuole caparbiamente che il tribunale lo condanni a morte...
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