Monster's Ball -
Trama: Sud degli Stati Uniti: come già suo padre Buck, anche Hank Grotowski lavora nel braccio della morte della prigione locale. La guardia carceraria ha imparato a essere freddo a differenza del figlio Sonny, che ha seguito le sue orme. Entrambi sono stati incaricati dell'esecuzione di Lawrence Musgrove, un carcerato che ama fare ritratti: ma quando Hank conosce Leticia e Tyrell, moglie e figlio del condannato, le sue idee cambiano... Sorprendente film di un cineasta svizzero che, con sguardo volutamente "alieno", si immerge in una realtà chiusa - quella di un piccolo centro del Sud americano - per rielaborare stereotipi e luoghi comuni. La discriminazione, la grettezza, l'etica dei "rednecks"; ma anche il senso di una malvagità inconsapevole, tramandata di padre in figlio, di fronte alla quale vacilla lo stesso concetto di "colpa". Tutto questo per non svelare gli intrecci di una trama complicata (in un paio di momenti pure troppo) e per sottolineare il tema (springsteeniano) della pellicola: ogni uomo, anche Johnny 99, ha diritto a una seconda possibilità. Chiamatela Dio, Halle Berry o Manitù, ma state certi che il bianco e il nero non esistono se ci si concentra sulle sfumature. È quello che fa Forster, classe 1970, con uno stile di regia che si tiene lontano dai vezzi del cinema americano indipendente e naturalmente dal mainstream hollywoodiano. Il suo è un film soprattutto intenso, giocato su una grande intuizione: raccontare la storia di un uomo che non c'era e ora, improvvisamente, c'è.
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