Vivres sa vie -
Trama: Quarto lungometraggio di J.-L. Godard (e il terzo con la danese Anna Karina), è considerato l'opera meno invecchiata e più adulta del suo primo periodo, quella in cui le invenzioni appaiono più congeniali e integrate a un progetto che non è soltanto cinematografico. I 12 quadri nei quali Nanà vive la sua vita, rivelandone casuali frammenti hanno registri diversi (sociologico, documentario, letterario, cinematografico: quello in cui al cinema Nanà piange vedendo la morte della Giovanna d'Arco di Dreyer) con linguaggi diversi, non uniti da una logica narrativa, ma giustapposti, forse ricombinabili in altro modo: "vivere la propria vita", accettarla com'è, mostrarla nella sua mescolanza di realtà e di finzione (rappresentazione), ma anche aiutarne una comprensione, aprire a un possibile giudizio. (Piero Di Domenico - Ermitage Cinema)
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Descrizione articolo: Ispirato da una inchiesta giornalistica sulla prostituzione Godard plasmò il ritratto di una donna e filmò la città di Parigi nel suo modo esistenzialista e sociologico.
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