Jianyu -
Trama:
Cina, 428 d.C. A un’assassina provetta (Michelle Yeoh) sottrae alla sua banda i resti di un mistico buddista. Secondo la credenza, le spoglie del monaco celano un potente segreto. Lungo il cammino la donna si innamora di un uomo di nome Jiang (Jung Woo-sung), il cui padre è stato ucciso dalla banda di lei. Tra i due fiorisce l’amore, ma le tensioni sorgono non appena comincia a venire alla luce la verità sul passato della donna, ignara della maestria di lui nelle arti marziali. Ben presto nascerà una triangolazione letale tra lei, Jiang e la banda di sicari che vuole recuperare i resti del monaco....
Splendido esempio di contaminazione metatestuale, il film si offre come la parabola ideale tesa fra il western italiano, il wuxia, il modernismo di Tsui Hark e un vagheggiato neoclassicismo. Lo sguardo di Woo si nota nella precisione con la quale i gesti assumono i tratti di riconoscimento definitivo degli spadaccini e nella sovrapposizione con la quale Cao identifica Drizzle nei movimenti di Jing Zeng. Il film, tutto in chiave femminile, restituisce Michelle Yeoh agli splendori marziali di Wing Chun e Butterfly & Sword, mentre il feroce Wang Xueqi riporta alla memoria i classici villain della trilogia dei fantasmi cinesi, dalla sessualità tanto minacciosa quanto indefinita. Magnifico, infine, il confronto finale fra la Yeoh e Jung Woo-sung che cita apertamente Johnny Guitar.
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