Descrizione articolo: Città aperta è la Roma appena uscita dalla guerra. La Roma degli alleati e del boogie-woogie, dei "paisà" e degli "sciuscià", di De Sica e di Rossellini. La Roma della Magnani e di Fabrizi, dei salotti e dei cenacoli culturali, delle osterie e dei caffè letterari, del "Mondo" e degli Amci della Domenica. La Roma delle prime di Visconti all'Eliseo, delle dispute tra realisti e astrattisti, di Palma Bucarelli e di Renato Guttuso. La Roma di Flaiano e di Maccari, di Cardarelli, del "Bell'Antonio" di Brancati e dei "Racconti" di Moravia, di Gadda, della Morante e di Pasolini. E poi la "Hollywood sul Tevere", tra via Veneto e Cinecittà, la "capitale corrotta" del caso Montesi e della speculazione edilizia. La città del Sistina e della moda ma anche dell'Anno Santo, del Rugantino e della "Dolce vita", di Fellini e di Antonioni, di Bassani e di Soldati. La Roma di via Teulada e dell'arrivo della televisione, delle Olimpiadi e degli scontri politici, del teatro-tenda di Gassman e delle cantine, di Carmelo Bene e di Paolo Poli. La Roma del "Sorpasso" e della Rca, della Compangia dei Giovani e del Gruppo '63, di Parise, di Schifano e della Scuola di Piazza del Popolo. La Roma della scienza e dello "scandalo Ippolito". La città bella e possibile dove tutti si incontravano con tutti, con una gran voglia di lasciarsi alle spalle le miserie e i drammi della guerra.
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