Descrizione articolo: distanza di quasi cinquant'anni dall'uscita, Accattone sembra non aver perso nulla della sua carica "eversiva" (che provocò violente contestazioni e l'intervento della censura nel 1961).Lo si può guardare come un'aspra denuncia delle condizioni di vita dei sottoproletari romani o come lo straordinario documento antropologico di un passato che ancora si proietta nel presente. Lo scenario della periferia, infatti, accoglie continuamente nei suoi gironi infernali nuove figure di emarginati. Ma, al di là della dimensione politica o sociologica, la forza del film risiede soprattutto nella sua prospettiva estetica. Accattone è la folgorante invenzione di uno stile che, attraverso un raffinato primitivismo, infrange le regole della bella scrittura cinematografica e i consueti canoni neorealisti di rappresentazione della povertà. Privi di qualsiasi proiezione in un mondo migliore, i suoi delinquenti pieni di innocenza non hanno speranze di redenzione sociale o religiosa, sono tragici eroi dell'impotenza e del nichilismo. Il loro unico riscatto è affidato alla trasfigurazione mitica dello sguardo pasoliniano.
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