Descrizione articolo: Sono almeno tre i confini del cinema che meritano di essere scandagliati: i fronti avanzati della ricerca filmologica, i valichi interartistici, i limiti tradizionali degli assetti figurativi. Partendo da questo assunto, questo "libro di frontiera" vuole problematizzare nozioni chiave della semiotica del cinema, mettendole alla prova sia rispetto a questioni oggi decisive, quali la traduzione tra linguaggi espressivi e il pensiero figurale, sia ponendo a oggetto un corpus di testi filmici spesso "ricalcitranti" e di "centrale lateralità". Nella cerniera tra analisi testuale e fenomenologia della fruizione si costituisce uno sguardo antiriduzionista sul cinema in grado di conciliare le passioni narrative con le ragioni dell'immagine, il ritorno di fiamma della metodologia con una "dieta" di film eversivi. Strategie filmiche e tattiche d'analisi occupano il saggio di Basso, accanto a torsioni del quadro e disumanizzazioni dell'occhio, sottofondi plastici e gesti musicali, spazi deserti e specchi magici, crisi mnestiche e restituzioni storiche, lacerti letterari e montaggi inestricabili. Pierluigi Basso (1969) ha conseguito il dottorato di ricerca in Semiotica sotto la guida di Umberto Eco e Paolo Fabbri. Attualmente insegna Storia del cinema e Semiotica delle arti all'Università di Bologna e Semiotica all'Università IULM di Milano. Ha scritto "Il dominio dell'arte" (Roma, 2002) e curato, tra gli altri, "Modi dell'immagine" (Bologna, 2001) e "Vedere giusto. Del cinema senza luoghi comuni" (Rimini, 2003).
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